Recensione: "Tied" di Penelope White


Tied
di Penelope White


TRAMA
India è una Winchester, prima discendente donna di una grande dinastia. Per tutta la vita ha dovuto fare i conti con la pressione che questo cognome porta con sé, indossando una maschera affinché fosse temuta e rispettata da tutti.

Stabilitasi a Tokyo da qualche mese per lavoro, incontra Keisuke, un ex soldato segnato nel profondo da un doloroso passato. Anche lui indossa una maschera, ma per celare al mondo i suoi demoni.

Basteranno una corda di canapa e un delicato fiore di pruno per sgretolare le loro difese?

E quando tra loro le bugie e le differenze sociali inizieranno a pesare, quei nodi reggeranno?

Due anime in cerca di pace.

Due cuori in cerca di felicità.

Legati… ma fino a che punto?

Recensione a cura di Anna 

Passeggiando tra le righe, camminando tra le pagine e marciando spedita su  ogni parola di questo libro, ho incontrato India. 

Circondata dall'odore di pruno, accarezzata dalla canapa, che con nodi stretti mi ha legata a lei, sono diventata la sua ombra, senza che lei lo sapesse.

Le sono rimasta accanto e le sono entrata dentro.

Ho conosciuto ogni sua parte.

Quella che mostra al mondo intero e quella che è soltanto sua. 

India Winchester è il fiore all’occhiello della Winchester Oil, nonché della famiglia.

Fredda come il ghiaccio, avvocato intransigente, una professionista eccellente, scaltra  e determinata.

Nulla la scalfisce.

Un ruolo che le calza a pennello, un ruolo che è costretta a mantenere di continuo. Un piccolo felino  solitario in mezzo alla savana. 

 Perché si è sempre prede di qualcuno.

Un ruolo che, ha abbracciato con fierezza.

Perché lei sta bene così: 

Fredda e determinata.
Fredda e calcolatrice.
Fredda e sola.
"The American Shark."

Quel ruolo che si concede di abbandonare solo quando si ritrova sola tra le mura della sua suite. Perché lì dentro, davanti alla finestra che svetta sui giardini imperiali di Tokyo, è solo lei: India.

Almeno fino a quando le luci su un palco si accendono, si spengono i pensieri e si vive di sensazioni.

Funi che accarezzano,  stringono e legano.

Funi che decorano.

"Un disegno di nodi di canapa e carne. Il suo corpo è la mia tela."

Il palco il suo posto sicuro.  Le corde un prolungamento della sua mente.

Osserva e ammira ciò che ha creato. 

Per qualche minuto,  Keisuke riesce a distrarsi da sé stesso e dal suo passato.



Se ne sta ad occhi chiusi per fotografare, dietro le palpebre, l'immagine della sua opera, l'odore dei fiori a solleticare le narici e gli applausi  che sovrastano il silenzio, spezzando l'incantesimo e  sancendo il ritorno alla realtà.

Un limbo di dolore senza fine. 

Quella breve sensazione di libertà che solo le corde riescono a concedergli svanisce.

"Perché il tempo non può nulla contro il passato. La distanza ne allenta la presa, ma quella corda che ci tiene ancorati non si slabbra mai, non fa meno male. Perché l'intensità dei ricordi resta la stessa, così come il dolore."

Ma questa volta è diverso.

Due iridi chiare e profonde come l' oceano si scontrano con le sue. 

Due occhi  che non stanno osservando né l'opera, né il maestro, ma stanno guardando l' uomo.

Loro scrutano e scavano dentro.

La purezza dell' acqua si scontra con un' inferno di fuoco.

Un barlume di luce in mezzo alle tenebre.

"...continuo a sentire solo il calore del suo sguardo addosso, quello sguardo di cristallo tanto gelido quanto fragile.

Keisuke è un  ex soldato, segnato e trafitto da un dolore del passato.

Rigoroso addetto alla sicurezza di giorno e artista di Shibari durante la notte. 


Due mondi opposti che si attraggono.

Due anime in cerca di serenità.

Occidente e Oriente s'incontrano sulla linea di quell'orizzonte chiamato amore.

Riusciranno a tenersi?

Legati da una fune sottile come quella  di  Izanagi e Izanam.

Resisteranno alla violenza del mare di bugie svelate, verità taciute e differenza sociale  che si abbatterà  su di loro?

Non vi resta che leggerlo.


"È bene agire su quello che si può controllare. Per il resto è meglio lascare andare."


Una  scrittura fluida che ti cattura fin da subito. 

Una lettura scorrevole e coinvolgente. 

Un  libro che mi ha presa e riempita di sensazioni ed emozioni.

Personaggi ben strutturati. 

Emozioni tangibili come reali.

Dettagli descrittivi che hanno permesso alla mia mente di arrivare in quel luoghi, vederli e viverli. 

Posso riassumere il tutto con una frase: i libri di Penelope White mi arricchiscono.

Credo che dietro a questa frase ci sia tutto. 

Non parlo di emozioni, ma di posti da visitare, opere da ricercare, dolori da esternare, perché se c'è una cosa che ho sempre apprezzato in lei, è la sua voglia di documentarsi prima di scrivere e descrivere. 

Lei con la sua penna magica riesci a farti atterrare in posti mai visti.

E noi, che non siamo solo cacciatrici di parole ma  soprattutto di dettagli, non possiamo fare altro che complimentarci con lei.

Brava Penelope!


❤️❤️❤️❤️💔

4 cuoricini 1/5

❤️ Puoi trovarmi qui: Tied❤️










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